Si è tenuto il 12 aprile l’incontro tra il presidente di Confcooperative Udine Flavio Sialino e S.E. l’Arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato per la ricorrenza dei cento anni della Confederazione Cooperative Italiane che nasce nel 1919 su profonde radici cristiano cattoliche. Tanto che lo stesso statuto nazionale, così come quelli delle articolazioni territoriali della Confederazione, si richiamano alla dottrina sociale della Chiesa.
Il centesimo anniversario che, come testimoniato da Sialino, rappresenta un’occasione importante per ripercorrere la storia della cooperazione cattolica e riscoprirne le origini e i pilastri valoriali su cui si sono fondate le prime cooperative e la Confederazione nel suo complesso.
"Un percorso - ha spiegato Sialino - quello della cooperazione cattolica, lungo cento anni ma che rimane orgogliosamente fedele a sé stesso. Nonostante questo, però, viviamo periodi di profonda crisi che è sì economica ma anche valoriale. L’ultima, probabilmente, conseguenza anche della prima. Ritengo - conclude Sialino - che potrà sicuramente essere la cooperazione uno dei fattori in grado di riavviare un ciclo virtuoso economico e sociale, in grado di produrre occupazione e recupero morale della società".
L’Arcivescovo Mazzocato ha ricordato come la cooperazione cattolica non abbia mai mancato di esprimere il meglio del sistema economico italiano per la particolare cura che ha sempre avuto della persona nella società e nel mondo del lavoro in particolare. Vi sono state notevoli e complesse interazioni nella storia che hanno visto la convergenza tra insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa Cattolica e lo sviluppo e la crescita delle cooperative, dando impulso ad importanti attività di impegno dei cattolici italiani nella vita sociale, civile ed economica italiana.
"Il 1919 - ricorda mons. Mazzocato - ha visto la nascita del Partito Popolare, fondato da don Luigi Sturzo, così come della Confederazione delle Cooperative Italiane. Confcooperative iniziò infatti ad aggregare e rappresentare le tante esperienze di cooperazione che già dalla fine del secolo precedente, avevano visto molti cattolici e molti sacerdoti protagonisti nella fondazione di imprese cooperative, in particolare nelle campagne per sostenere l'accesso al credito e il sostegno ai piccoli agricoltori e braccianti. Una storia ben nota alla Chiesa ed un patrimonio storico esperienziale da non disperdere".
Un impegno che deve proseguire mantenendo saldi i rapporti tra cooperazione e Chiesa sfruttando comuni momenti di riflessione per definire percorsi di crescita economica e morale.