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CETA e JEFTA, avanti tutta, chiede Fedagripesca FVG

CETA e JEFTA, avanti tutta, chiede Fedagripesca FVG

Fedagripesca FVG: avanti con gli accordi commerciali con Canada e Giappone. Denominazioni vinicole regionali riconosciute e tutelato anche il San Daniele. Prospettive positive per le 150 cooperative aderenti che maturano ricavi annui per 516 milioni.

Categorie: Primo Piano

Tags: agricoltura ,   vino ,   viticoltura ,   cooperative agricole ,   Europa ,   DOC ,   DOP

È necessario che non si torni indietro sugli accordi commerciali europei con il Canada (Ceta) e il Giappone (Jefta). Lo invoca Venanzio Francescutti, presidente regionale di Fedagripesca, l’associazione di settore che riunisce 150 cooperative della filiera agroalimentare e della pesca in Friuli VG aderenti a Confcooperative. Un comparto da 516 milioni di euro di ricavi.

Il recente accordo con il Giappone presenta prospettive importanti per la nostra regione: i dazi sul vino (che coinvolgono anche il Prosecco) e gli spiriti (grappe comprese) saranno completamente eliminati (oggi sono al 15 per cento) mentre, nel settore carni, sarà tutelato il prosciutto di San Daniele.

«L’apertura di nuovi mercati rappresenta una priorità imprescindibile per l’agroalimentare del Friuli VG – spiega Francescutti – perché oggi è impensabile difendere la nostra agricoltura arroccandoci nei nostri confini nazionali o europei, con posizioni di chiusura o di protezionismo. Le nostre aziende fanno reddito anche e soprattutto quando riescono a commercializzare le proprie eccellenze in Paesi che hanno un numero di abitanti in continua crescita (Cina e sud est asiatico) o un grande potere di acquisto, come appunto il Canada o il Giappone; Paesi che vantano alcuni dei più alti redditi pro capite al mondo. L’accordo che l’Europa ha siglato con il Canada, dopo ben sette anni di negoziato, non ha visto alcun cedimento da parte dell’Ue sulle nostre regole di sicurezza alimentare, mentre i primi dati ufficiali delle dogane canadesi indicano che, nell’attuale regime di applicazione provvisoria, l’export italiano è già in aumento», precisa Francescutti. Nei giorni scorsi, infatti, l’agenzia delle dogane canadesi aveva comunicato un aumento del 3,86 per cento, a quota 2.521 tonnellate, l’aumento delle esportazioni di formaggi italiani verso il Paese nordamericano, nei primi cinque mesi del 2018.

Analizzando poi i singoli comparti, va sottolineato che per il vino italiano, presente sul mercato canadese al pari di quello francese e quello americano, è prevista l’eliminazione completa delle tariffe e la tutela di tutte le nostre denominazioni: le Doc regionali rientrano infatti tra quelle espressamente menzionate così come il prosciutto di San Daniele. Infine, aumenteranno considerevolmente (di ben 5 volte entro 6 anni) le quote di export verso il Canada dei formaggi italiani. «Il Canada è il quinto importatore di vino a livello mondiale e in quel Paese il consumo di vino cresce tre volte più velocemente della media globale, e c’è un’attenzione particolare alla qualità del “Made in Italy” anche in tutti gli altri settori agroalimentari – aggiunge Francescutti –. Quindi, accordi di questo tipo, creano le condizioni affinché le aziende regionali possano portare in quei mercati le nostre eccellenze e creare reddito per le aziende agricole del Friuli VG».

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