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SECAB, dalla Carnia l’idroelettrico cooperativo

SECAB, dalla Carnia l’idroelettrico cooperativo

La cooperativa idroelettrica SECAB, nata nel 1911, è un modello di attenzione all’ambiente e autosufficienza energetica controllata dagli stessi utenti.

Categorie: Le Nostre Storie

Tags: Udine ,   montagna ,   Federconsumo ,   cooperative elettriche ,   ambiente

Non ci sono solo le grandi multiutility che dominano il mercato dell’energia. Proprio in Friuli Venezia Giulia esistono esempi di un modello di gestione del mercato elettrico molto diverso: la SECAB di Paluzza – e con lei la più piccola cooperativa di Forni di Sopra – sono due delle cooperative idroelettriche tra le svariate decine esistenti sull’intero arco alpino.

Fondata il 25 giugno 1911, la Società elettrica cooperativa dell’Alto Bût rappresenta la prima azienda friulana per la produzione e distribuzione di energia idroelettrica sorta in forma di cooperativa. Nel 1913 venne inaugurato l’impianto del Fontanone, destinato alla produzione di energia elettrica per il consumo privato durante le ore notturne e la nascente industria della zona. Nel 1925 i soci sono già 260. All’impianto del Fontanone se ne aggiungono progressivamente altri, fino a quello di Noiariis inaugurato nel 2004. Oggi Secab ha una propria rete di distribuzione a media e bassa tensione che copre un territorio di oltre 170 chilometri quadrati, servendo 5.457 utenze, principalmente nei comuni di Paluzza, Treppo Carnico, Ligosullo, Cercivento, Ravascletto, Sutrio. In questi comuni la cooperativa gestisce l’intera rete elettrica rifornendo tutte le utenze pubbliche, civili, commerciali e industriali.

Un modello di gestione “dal basso”, dove sono gli utenti ad essere soci della cooperativa e, di conseguenze, “proprietari” della rete elettrica, riuscendo quindi a spuntare anche un consistente “sconto” sulla bolletta. Un modello che, ci spiega il presidente Andrea Boz, consente una particolare attenzione alle esigenze e alle sensibilità del territorio. Prima fra tutte, quella verso il paesaggio e l’ambiente. Progressivamente, si stanno interrando tutte le principali linee, mentre gli stessi impianti di produzione e le cabine elettriche vengono ammodernati con un intervento che mira anche a mitigarne l’impatto ambientale e paesaggistico. Al punto da progettare nuove cabine inserite architettonicamente nel paesaggio circostante – ideate dall’architetto Federico Mentil - che sono state premiate alla Biennale di Architettura di Venezia.

Il progressivo interramento delle linee elettriche non ha solo un’evidente vantaggio ambientale ma consente anche di migliorare la continuità del servizio evitando problemi in caso di eventi atmosferici molto rilevanti. Un vantaggio pratico che si aggiunge a quello che è il vantaggio per gli utenti: un risparmio sulla bolletta attorno al 40 per cento. Per una famiglia media di tre persone, dai nostri calcoli, ottiene un risparmio superiore ai 200 euro, ci dice Boz, al punto che abbiamo stimato in circa 16 milioni di euro la “ricchezza” rimasta sul territorio dell’alta valle del Bût in dieci anni grazie alle tariffe rese più “leggere” dal modello di gestione.

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