«Dopo quasi quattro anni di attesa, finalmente l’Unione Europea ha pubblicato sulla sua Gazzetta Ufficiale il Disciplinare della Doc Friuli», dice il presidente di Confcooperative Fvg – Fedagripesca Fvg, Venanzio Francescutti. «Una lunga attesa che ha prodotto un risultato soddisfacente e premia, ancora una volta, la tenacia della filiera del vino regionale e la sua volontà di lavorare insieme già dimostrata nel 2016 (dopo un iter lungo e faticoso) con la nascita della Doc stessa. Trascorsi 60 giorni, se non ci saranno osservazioni (che non si intravedono all’orizzonte), il Disciplinare entrerà pienamente in vigore e, a quel punto, serviranno altri passi in avanti sui quali la cooperazione agroalimentare regionale sta scommettendo. Mi riferisco – prosegue Francescutti – alla necessità di incrementare la rappresentanza dei vignaioli, che rivendicano la Doc, nel Consorzio di tutela; di far crescere, di conseguenza, la forza del Consorzio stesso in termini di tutela, valorizzazione e capacità di regia della più grande e importante Doc regionale (e una delle più importanti a livello nazionale); di puntare al miglioramento del Disciplinare di produzione soprattutto per ciò che riguarda la tutela esclusiva (per quanto consentito dalle norme in vigore), della Ribolla gialla ferma e spumantizzata. Il raggiungimento di questo nuovo traguardo, ancora una volta – conclude Francescutti –, testimonia quanto sia importante per i vignaioli regionali, lavorare in maniera coordinata rafforzando ulteriormente la compagine del Consorzio della Doc Friuli e contribuendo alla crescita delle adesioni e della sua forza di rappresentanza dell’intero territorio enoico di competenza».
I numeri della Doc Friuli
Continua la crescita a due cifre, anche per il 2019, del gradimento della Doc Friuli presso i vignaioli della regione. Una Denominazione nata nel 2016 e che, in pochi anni, è diventata la più importante del Friuli VG se si escludono quelle del Prosecco e del Pinot grigio condivise, per altro, con il vicino Veneto. I numeri relativi all’annata 2019, dunque, forniti dal Ceviq (Certificazione vini e prodotti italiani di qualità) di Pradamano, indicano in 3.440 gli ettari rivendicati, rispetto ai 2.497 del 2018 (+38%). Di conseguenza, crescono in progressione gli ettolitri prodotti che passano dai 183.348 del 2018, ai 240.406 del 2019, con un aumento del 31%.
Il vino più rivendicato resta sempre l’”internazionale” Pinot grigio (1.712 ettari per 127.159 ettolitri) seguito, a grande distanza, dal Merlot (269 ettari per 17.870 di vino prodotti). Il Friulano (255 ettari per 17.491 ettolitri), l’autoctono più rivendicato, conquista il terzo posto spodestando dal podio lo Chardonnay.