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Lavoratori svantaggiati, cooperative sociali sempre più in difficoltà puntano sul collocamento mirato

Lavoratori svantaggiati, cooperative sociali sempre più in difficoltà puntano sul collocamento mirato
Sono centinaia quelli che lavorano nelle cooperative sociali. Domani, a Udine, il punto fatto dai rappresentanti di 84 cooperative del Friuli Venezia Giulia.

Categorie: Primo PianoDalla Confcooperative

Tags: cooperazione sociale ,   Federsolidarietà ,   disabilità

Sono 789 i lavoratori svantaggiati stabilmente impegnati nelle 84 cooperative sociali di inserimento lavorativo del Friuli VG. E sono 25 mila in Italia. Persone che, senza tali imprese, non riuscirebbero a inserirsi nel mercato del lavoro e finirebbero ai margini della società. «Se non ci fossimo noi, chi darebbe lavoro a queste persone?», è il grido di allarme di Luca Fontana, presidente di Federsolidarietà Confcooperative Fvg, che associa questo tipo di imprese e che, per domani 29 ottobre, alle ore 15.00, riunisce i rappresentanti di queste cooperative sociali, a Udine, per il convegno “Il collocamento mirato in Fvg: stato di attuazione e proposte”, nella sede di Confcooperative Fvg, a Udine.

«La cooperazione sociale di inserimento lavorativo ha dimostrato come sia possibile fare vera impresa che compete sul mercato e investe, anche coinvolgendo nel processo produttivo i lavoratori e le lavoratrici che le altre imprese tendono a escludere – spiega Fontana –. Sono, pertanto, un potente strumento per l’inclusione lavorativa e sociale delle persone svantaggiate in grado di migliorare la qualità della loro vita e, nel contempo, di generare un significativo risparmio di risorse pubbliche tanto da farne uno dei migliori esempi di politica attiva del lavoro».

Ma oggi il settore è sempre più in difficoltà: «Si avverte una crescente problematicità da parte di tantissime cooperative sociali, anche quelle maggiormente strutturate, a restare agganciate al proprio modello in un mercato che si mostra incapace di remunerare il lavoro di inclusione sociale e lavorativa che le cooperative sociali offrono alle persone più deboli della società». Queste cooperative sono infatti messe a dura prova da un mercato sempre più competitivo e da enti locali alla ricerca di risparmi a ogni costo e incapaci di cogliere come l’inserimento lavorativo rappresenti un interesse pubblico che le amministrazioni pubbliche dovrebbero salvaguardare. «Il collocamento mirato è uno degli strumenti a disposizione: Regione, imprese profit e cooperative sociali sono assieme protagoniste di percorsi di inclusione lavorativa e sociale delle persone disabili. Nel nostro convegno proporremo un confronto che parte dalla situazione attuale del collocamento mirato nella nostra Regione e avvia una riflessione comune sulle possibili ulteriori sinergie da attivare fra i diversi attori, una necessità ormai indispensabile per salvare centinaia di posti di lavoro».

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