LEnostreSTORIE

COOPERARE PER VIVERE, un documentario sulla nascita della cooperazione in Friuli

COOPERARE PER VIVERE, un documentario sulla nascita della cooperazione in Friuli

Eugenio Caneva, Fortunato De Santa, Vittorio Cella. Pionieri della cooperazione in Friuli tra Ottocento e Novecento, raccontati attraverso il documentario prodotto da Confcooperative Udine per il centenario della nascita della Confederazione Cooperative Italiane.

Categorie: Primo PianoLe Nostre Storie

Tags: Udine ,   comunicazione

In occasione dei 100 anni dalla nascita della Confederazione Cooperative Italiane, fondata a Padova nel 1919, Confcooperative Udine ha prodotto il documentario COOPERARE PER VIVERE: Pionieri e luoghi della cooperazione in Friuli. Un documentario, a cura di Adriano Del Fabro, per la regia di Nicola Marchesin e il coordinamento di Marco Rossi, che è disponibile come utile strumento di divulgazione e didattica, e per tramandare la storia di 3 figure esemplari di cooperatori, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.

In questa pagina il link per vedere il documentario.

Presentazione a cura di Adriano Del Fabro

La ricorrenza del centenario di Confcooperative (1919-2019) è diventato un valido pretesto anche per l’approfondimento delle origini della cooperazione in Friuli VG. E Confcooperative Udine ha voluto farlo in un modo moderno e attuale, attraverso le immagini di un video o docufilm che dir si voglia. Così è iniziato il viaggio che ha attraversato alcune località significative della regione in compagnia di alcuni testimoni che, naturalmente, non hanno vissuto l’epoca e l’epopea di cui si narra, ma l’hanno studiata e già raccontata al termine dei loro lavori di ricerca e approfondimento.

Le prime inquadrature sono dedicate a Collina di Forni Avoltri, in provincia di Udine, un piccolo borgo montano di qualche centinaio di abitanti.  Nella seconda metà dell’Ottocento, qui, le famiglie traevano il loro sostentamento soprattutto dall’attività agricola e zootecnica. Dalle vacche, ogni allevatore otteneva, individualmente, il latte e, poi, burro e formaggio. In questo faticoso contesto, al maestro elementare Eugenio Caneva venne un’idea che avrebbe segnato, per decenni, la storia della Carnia e dell’intero Friuli VG. Al fine di stimolare un progresso economico, sociale e democratico della sua comunità, insieme a 38 produttori che credettero nel suo progetto, nell’ottobre del 1880, Caneva diede vita alla Latteria Sociale Turnaria di Collina, la prima latteria turnaria del Friuli e dell’Italia (la turnazione fu proprio un’idea sua). Un luogo dove, a turno, i soci si prestavano il latte e partecipavano alla sua trasformazione giornaliera, affiancando il casaro. Lo trasformavano in burro, ricotta e formaggio, per l’autoconsumo e la vendita.

L’innovativa formula cooperativa, ideata da Caneva, ebbe subito successo. Probabilmente perché riusciva a tenere insieme la gelosia per il proprio prodotto espressa “storicamente” dai singoli allevatori e i benefici del lavorare insieme. Pochi anni dopo quella di Collina, nacquero le latterie di Tolmezzo e di Illegio. Nel 1910, le latterie turnarie friulane erano già 315 e, nel 1960, erano 652. Una latteria per ogni campanile, si diceva…

Ma non erano solo gli agricoltori, in quegli anni, ad avere i loro problemi. L’emigrazione degli uomini alla ricerca di un’occupazione era un fenomeno di massa nelle comunità regionali, la miseria era tanta e l’usura era un fenomeno diffuso. La cooperativa, ancora una volta, venne vista come un’occasione di tutela economica, di solidarietà e di rinascita sociale nelle vallate limitrofe a Forni Avoltri. A Forni di Sopra, a esempio, l’anima del cambiamento fu monsignor Fortunato De Santa, pioniere carnico delle cooperative di consumo e delle cooperative di credito, oggi Credito Cooperativo.

Anche a Forni di Sopra, quindi, la formula dell’impresa cooperativa, il cui spirito è ancora vivo, fu utile, decisiva per il miglioramento della qualità della vita delle persone, e vincente nei confronti della miseria e dell’usura. L’esperienza si radicò sulle parole del Vangelo e sulla caparbietà di un sacerdote di grande cultura che aveva sinceramente a cuore le vicende dei propri compaesani. E tanti sono stati i sacerdoti che, in quegli anni, hanno dato vita a esperienze cooperative con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle comunità nelle quali erano impegnati.

Di radici socialiste, invece, era l’albero del gruppo delle cooperative carniche che, a partire dal 1906, crebbe attorno alla figura di Vittorio Cella di Verzegnis. Un geometra che dedicò i migliori anni della propria esistenza al riscatto economico e morale della classe lavoratrice, utilizzando la leva della cooperazione: di consumo, di credito, di lavoro e, per la prima volta, mettendo tutte queste esperienze in rete tra loro poiché era d’avvero convinto che: l’unione fa la forza.

Furono, dunque, molte decine gli uomini e le donne che, con l’esempio di Caneva, De Santa e Cella, negli anni appena successivi all’Unità d’Italia, diedero vita a questo enorme movimento di progresso sociale, morale, economico e democratico chiamato cooperazione. Alimento di una linfa che, ancora oggi, scorre nelle vene delle comunità del Friuli VG, dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero dove il modello dello stare insieme mutualistico e solidale è ancora ben vivo e vitale. Una linfa che, dal 1919, viene nutrita anche da Confcooperative, dai suoi soci e dai dirigenti che, superati non senza grandi difficoltà gli ostacoli allo sviluppo frapposti dal fascismo e dai due conflitti mondiali, hanno saputo dare, quotidianamente, quel tocco di modernità alla formula ottocentesca dell’umana collaborazione, capace di mantenerla ancora attuale e, in qualche modo, indispensabile all’offerta della biodiversità nel campo delle varie formule d’impresa.

 

Altri link

Il tuo nome
Il tuo indirizzo e-mail
Oggetto
Inserisci il tuo messaggio ...
x